Le ricerche e gli studi degli esperti della Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria attestano un passato antichissimo per le lavorazioni e le produzioni ittiche locali.
In particolare sono stati messi in luce due insediamenti per la lavorazione del tonno e altre specie ittiche, rinvenuti a Briatico nelle località Sant’Irene (scoglio de La Galera) e La Rocchetta.
“Il primo, di gran lunga più monumentale e assai meglio conservato del secondo – scrive l’archeologa Maria Teresa Iannelli – consta di un complesso di vasche per tenere in fresco il pescato, scavate sullo scoglio e di altre vasche per la salagione costruite in muratura e pavimentate in cocciopesto, ubicate sull’attuale spiaggia.”
Alcuni ritrovamenti fanno addirittura pensare a veri e propri impianti di pescicoltura e comunque a vivai ittici. È stato individuato, infatti, un complesso di canali coperti a volta o a cielo aperto per assicurare il ricambio dell’acqua nelle vasche.
Un porticciolo orientato verso il porto di Vibo garantiva inoltre il trasporto del pesce o della salsa di pesce (il garum) che veniva stivata in anfore appositamente prodotte.
“Il paziente e faticoso lavoro degli schiavi – rilevano gli esperti della Soprintendenza calabrese – aveva realizzato, a colpi di piccone, quattro vasche rettangolari e contigue tra di loro, dove per qualche tempo venivano allevati i tonni.
Ingegnoso e molto articolato, era il sistema usato per bloccare i canali, in modo da impedire la fuga del pescato e nello stesso tempo assicurare il ricambio dell’acqua, grazie a cataratte poste ad una certa distanza tra loro e grate che lasciavano passare l’acqua e non i pesci.
Faceva parte integrante della peschiera di S. Irene anche un altro complesso di vasche (cetariae) intonacate con pavimenti realizzati con uno spesso strato di cocciopesto.
Queste vasche erano adibite alla conservazione tramite la salagione del pesce e alla preparazione della salsa delle interiora, il garum, molto apprezzata presso i Romani.
“È probabile – scrivono gli studiosi della Soprintendenza – che il pesce che veniva lavorato in entrambi gli stabilimenti fosse il tonno”.